L’agricoltura industrializzata, un pericolo non da poco

COS’È E PERCHÉ È NATA L’AGRICOLTURA INDUSTRIALIZZATA?
Con questo temine si indica un metodo di produzione di massa delle colture e del bestiame, il cui obiettivo è fornire cibo a costi bassi per i consumatori.
Essa è nata per sostenere l’elevata domanda data dall’aumento della popolazione, attraverso l’utilizzo della chimica di sintesi in primis.
QUALI SONO GLI EFFETTI DELL’AGRICOLTURA INDUSTRIALIZZATA?
Molti studi hanno affermato che questo metodo di produzione ha si incrementato la produzione ma ha anche comportato la perdita della: qualità del prodotto, Biodiversità, la cultura agricola e il degrado dei suoli.
Su quest’ultimo punto, ogni anno il terreno viene sfruttato a ritmi insostenibili per soddisfare la maggiore domanda, ma ciò comporta l’impoverimento del terreno diventando improduttivo.
Ecco che il terreno meno produttivo viene arricchito da sostanze chimiche e per ridurre il rischio produttivo vengono utilizzati sementi OGM ritenute più resistenti.
Gli OGM -organismi geneticamente modificati- sono comparsi negli anni ’70.
Essi sono il risultato finale dell’uso di tecniche di ingegneria genetica che permettono di inserire, all’interno del genoma, frammenti di DNA provenienti anche da altri organismi, ottenendo un organismo più resistente.
Molte sono le posizioni che ammettono la dannosità degli OGM, per tale motivo al giorno d’oggi si sente parlare dei NBT cioè New Breeding Techiniques.
Quando parliamo di NBT ci riferiamo a tecnologie di evoluzione assistita.
Le cultivar risultanti si differenziano dagli OGM per il fatto di essere una varietà con caratteristiche nuove utilizzando un miglioramento genetico mirato.
Si otterrà una cultivar diversa da quella di origine, indistinguibile da una ottenuta per mutazione.
Recenti studi hanno mostrato un rischio di desertificazione di alcune zone della Terra, per via del degrado dei terreni sottoposti all’agricoltura industrializzata, ed un calo della produttività agricola del 20%.
Il calo della produttività è legato proprio all’utilizzo di questa strategia agricola.
L’uso di pesticidi e sostanze chimiche comporta l’estinzione di molti insetti essenziali allo sviluppo delle cultivar come le api.
IL RISULTATO?
Questo metodo di produzione non è sostenibile e nemmeno sano.
Utilizzare pesticidi, sementi OGM e NBT, rischia seriamente di compromettere l’intero settore produttivo agricolo e la salute dei consumatori.
Si sta andando incontro ad una crisi agricola!
QUAL È LA CURA PER QUESTA CRISI?
La chiave è tornare a modelli di agroecologia, sostenendo la transazione ecologica, rispettando l’ambiente e quindi la biodiversità.
Bisognerà anche modificare le abitudini dei consumatori, sostenendo soprattutto le piccole
realtà che producono rispettando l’ambiente.
Fare una spesa che tenga conto del “MANGIAR SANO PER VIVERE SANI”.