ALLEVAMENTI INTENSIVI: nuovi studi

Custode dell'amore per il cibo

ALLEVAMENTI INTENSIVI: nuovi studi

Nuovi studi sugli allevamenti intensivi

Ora più che mai l’allevamento intensivo minaccia la nostra salute.

Noi di Cibarie dicendo “no” agli allevamenti intensivi, intendiamo – nel nostro piccolo- partecipare attivamente alla più importante rivoluzione agricola e alimentare della nostra epoca.

La nostra presenza online ha l’intento di creare innanzitutto una community che attraverso le azioni quotidiane intendono costruire un mondo più sano garantendo il benessere di TUTTI gli esseri viventi (animali e uomini).

Sì, il problema degli allevamenti intensivi minaccia la salute anche di noi esseri umani; non sono solo gli animali ma soffrire a causa degli allevamenti intensivi; anche la nostra salute viene messa a rischio. Gli allevamenti intensivi infatti favoriscono il diffondersi di patologie non solo tra animali della stessa specie ma anche tra specie diverse, quindi all’uomo.

E’ scientificamente provato che gli allevamenti intensivi favoriscono la trasmissione di malattie e le mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più pericolosi.

Siamo ciò che mangiamo

Siamo soliti ormai affermare che “siamo ciò che mangiamo”, spesso non ci rendiamo nemmeno conto del profondo valore che ha questa affermazione.

Ad esempio un recente studio effettuato nel Regno Unito ha constatato che gli allevamenti di galline in batteria sono sei volte più suscettibili degli altri tipi di allevamento di essere infettati dal ceppo di Salmonella principale causa di intossicazioni alimentari per gli esseri umani, la quale provoca gastroenterite e può portare alla morte.

Ecco un’ altro dato su cui riflettere a proposito di carni di pollo provenienti da allevamenti intensivi.

Più del 75 % dei polli in Europa soffrono di infezioni da Campylobacter, una causa comune di intossicazione alimentare»

Un ulteriore problema riguarda le carni gli antibiotici utilizzati costantemente addirittura in maniera preventiva sugli animali di allevamenti intensivi. Per quantificare questo concetto circa l’80% degli antibiotici prodotti negli stati uniti è destinato agli animali da allevamento.

E’ noto che tendenzialmente gli alimenti prodotti dagli allevamenti intensivi sono molto meno sani per noi.

Studi recenti indicano che la carne proveniente dagli animali allevati in maniera intensivo contiene livelli più bassi di acidi grassi omega-3 e rapporto omega-6/omega-3 meno favorevole. È stato dimostrato che un apporto inadeguato di omega-3 e un rapporto omega-6/omega-3 squilibrato hanno una correlazione con alcune patologie cardiovascolari e con certi tipi di tumori.

La carne, prima consumata in quantità decisamente inferiori e considerata quasi un lusso (a causa del suo costo eccessivo) oggi la troviamo “

L’allevamento intensivo ha contribuito a creare una nuova era della carne «a buon mercato», nella seconda metà del secolo scorso. Si ritiene che questo aumento di carne a poco prezzo abbia un effetto sulla nostra salute e «nutra» l’epidemia di obesità la quale, sua volta, aumenta la diffusione di patologie come il diabete, le malattie cardiache e il cancro.

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